Dal 1982, data in cui apparvero le prime pubblicazioni scientifiche sulle patologie oculari correlate all'AIDS, ad oggi la frequenza e la gravità di alcune patologie oculari HIV correlate, ed in particolare della più grave, la retinite da Cytomegalovirus (CMV), si è fortemente modificata. Questo grazie soprattutto alla introduzione dal 1997 della "Highly Active Antiretroviral Therapy" (HAART), costituita da un'associazione di tre o più farmaci appartenenti alla classe degli inibitori delle proteasi e degli anti-retrotrascrittasi virali. La retinite da CMV in epoca pre HAART si manifestava nel 10-40% dei soggetti con AIDS. Il rischio di patologia da CMV era correlato alla gravità e alla durata della immunodepressione con una probabilità di sviluppare la malattia stimata attorno al 21% in due anni nei pazienti con numero di linfociti CD4+ inferiore a 100/mm3. Dopo l'impiego della HAART l'incidenza annuale della retinite da CMV nel paziente con AIDS è scesa di circa 7 volte ed è oggi stimata attorno a 3,5%.
Alla quasi scomparsa di questa grave patologia si sono aggiunte, con incidenza e gravità minore, nuove sindromi oculari e nuove patologie iatrogene.